Passa ai contenuti principali

IL PERCORSO INDIVIDUATIVO NEI TAROCCHI (di Claudio Widmann)





In una prospettiva simbolica mi pare chiaro che i tarocchi parlano del processo individuativo e che l’inizio e la fine di questo processo sono raffigurati chiaramente. 
Senza entrare in dettagli, dirò che anche le altre figure dei Trionfi hanno significati simbolici attinenti a questo percorso.
La questione successiva è questa: nei tarocchi esiste solo un significato delle figure o anche un significato della sequenza? Ovvero, l’ordine in cui sono disposte le figure indicano tappe ordinate nel processo di individuazione? Alcuni lo sostengono.
Wirth, ad esempio, ritiene che la sequenza dei tarocchi rispecchi i passaggi del processo iniziatico e distingue una “via secca”, maschile o razionale, che comprende i passaggi dal Bagatto alla Forza.
Le sue considerazioni si prestano ad essere rilette anche in ottica psicologica.
Nelle prime undici carte, ad esempio, è sempre la figura umana a occupare tutto il campo; per cinque volte essa siede maestosamente in trono; ha abitualmente in mano degli strumenti e tutta la sequenza termina nell’immagine della Forza. Si può  dedurre che questa via mette al centro l’individuo, privilegia l’operatività (l’iniziativa individuale), esalta la conoscenza, il dominio e il controllo.
Accanto a questa via, Wirth individua una “via umida” o femminile e intuitiva, che comprende i passaggi dall’Appeso al Matto. In queste undici carte prevalgono elementi naturali e cosmici; la figura umana è ridimensionata nella presenza e nelle proporzioni; compaiono immagini androgine (il Diavolo, l’Angelo) e la sequenza evolve verso un’immagine mandalica del Cosmo. 
Si può dedurne che qui il baricentro è spostato al di fuori dell’Io, che sull’operatività prevale la partecipazione al Tutto; che il contatto con l’inconscio (Matto) viene preferito al controllo su di esso.
Queste osservazioni paiono sostenibili, ma forse non risolvono completamente la questione della sequenza. La caratteristica più forte dei tarocchi sta nella loro natura “disordinata”, nella loro mobilità, nel loro essere carte da stendere, da osservare e da rimescolare. 
Nel loro disordine è celata la più vera sequenza, il cui ordine ogni volta va ricercato e ricreato.




Commenti