Passa ai contenuti principali

PUÒ L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE DARE VOCE AI TAROCCHI?


Negli ultimi tempi mi avete chiesto in molti:
"Può davvero un’intelligenza artificiale leggere i Tarocchi?"

Per non rispondere a sensazione, ho voluto provare di persona.
Ho fatto interpretare alcune stese a diversi sistemi di Intelligenza Artificiale, giusto per capire.
E sì, ammetto che conosce i significati, li combina bene, costruisce frasi che sembrano coerenti.
A prima vista, tutto fila.
Ma c’è un grosso “ma” impossibile da ignorare.

I Tarocchi non sono un manuale d’istruzioni.
Non bastano la memoria dei simboli o le combinazioni logiche per dare senso a una lettura.
Ci vuole altro: un ascolto che va oltre le parole, un’intuizione capace di percepire ciò che si muove dietro una domanda e di dare forma alla lettura, e quella sottile connessione che nasce tra chi legge e chi si affida alle carte.

Un algoritmo può dirti che la Luna parla di incertezza, ma non può sentire il peso di quell’incertezza nella voce di chi hai davanti.
Non può cogliere i silenzi, le pause, gli sguardi che spesso raccontano più delle parole.

E qui sta il punto: l’IA parla un linguaggio che sembra umano, ma è una maschera.
Usa parole calde, frasi empatiche, ma dietro non c’è nessuno che sente davvero ciò che stai provando.
Nessuno che ti guardi negli occhi e capisca che, dietro una domanda sui soldi o sull’amore, si nasconde una paura più profonda.

Il rischio? Ricevere risposte che suonano bene, ma sono vuote.
Generiche. Fredde.
E magari, senza accorgertene, prendi decisioni basate su qualcosa che non ti ha davvero ascoltato.

C’è anche un altro pericolo: la tentazione delle letture compulsive.
Quando manca un lettore umano che ponga un limite e ti aiuti a riflettere,
è facile entrare nel loop delle domande ripetute, delle stese infinite, delle risposte che non bastano mai.
E così, invece di trovare chiarezza, ci si perde ancora di più.

I Tarocchi non sono un gioco di logica: sono un linguaggio dell’anima.
Funzionano quando c’è una persona in carne e ossa che sa leggere non solo le carte, ma anche te.
Qualcuno che sente quando insistere, quando tacere, quando invitarti a guardare dentro invece che fuori.

L’IA può essere un esperimento curioso, ma se cerchi qualcosa che ti tocchi davvero, che ti apra, che ti accompagni, allora serve la presenza viva di chi sa sentire le carte, non solo spiegarle.

✨ Perché a volte non serve una risposta.
Serve qualcuno che sappia comprenderti e guidarti con le domande giuste.

Commenti