Mi piace descrivere i Tarocchi come un "gioco serio", un’espressione che potrebbe sembrare contraddittoria ma che, in realtà ne coglie l’essenza profonda. Da un lato, richiamano il concetto di gioco: un mazzo di carte illustrate, regole interpretative che cambiano da lettore a lettore e una componente di casualità che sembra governare l'estrazione delle carte, rendendo ogni stesa unica e irripetibile. Ma questa apparente semplicità nasconde una profondità straordinaria e definirli "seri" significa riconoscerli come strumenti che ci permettono di entrare in contatto con la nostra anima e con i grandi temi della vita.
Proprio come il gioco, che da sempre accompagna l’essere umano nel dare forma e significato alla realtà, i Tarocchi ci invitano a entrare in uno spazio simbolico, dove le regole del quotidiano lasciano il posto a immagini archetipiche. Quando mescoliamo le carte e le disponiamo in una stesa, accettiamo di sospendere, anche solo per un momento, il giudizio razionale e ci apriamo a un linguaggio fatto di simboli e intuizioni. Ma questo "giocare" non è mai fine a se stesso: è l’opportunità di osservare la realtà da prospettive diverse, aiutandoci a coglierne sfumature che altrimenti ci sfuggirebbero.
Ogni carta, dal Bagatto al Mondo, custodisce significati universali che si attivano nel momento in cui entrano in relazione con chi le consulta. La forza dei Tarocchi risiede nel loro potere simbolico, capace di toccare corde profonde del nostro essere. Le loro immagini, ricche di dettagli e significati stratificati, ci parlano di nascita, morte, trasformazione, speranza e conflitto. Una carta come l’Appeso, per esempio, può sembrare inizialmente un simbolo di sacrificio o passività, ma osservandola con attenzione scopriamo che ci invita a guardare il mondo da un’altra prospettiva, a capovolgere il nostro punto di vista per trovare soluzioni inaspettate a problemi che sembravano irrisolvibili. Ed è proprio questo il potere del simbolo: offrire chiavi di lettura che vanno oltre ciò che appare.
In un mondo sempre più complesso, i Tarocchi non hanno l’ambizione di fornire risposte definitive, ma ci aiutano a porre le domande giuste. Sono mediatori tra il caos esterno e il nostro bisogno di ordine interiore, uno strumento che, attraverso una struttura fatta di Arcani Maggiori e Minori, riflette la molteplicità dell’esperienza umana. Ogni stesa diventa un’occasione per esplorare emozioni, relazioni, scelte e desideri, aiutandoci a trovare connessioni tra i diversi aspetti della nostra vita, proprio come cerchiamo di trovare un senso negli eventi di ogni giorno. Questo processo non solo chiarisce le difficoltà che incontriamo, ma ci stimola anche a immaginare strategie concrete per affrontarle.
I Tarocchi, quindi, non sono solo un gioco e non sono solo qualcosa di serio: sono entrambe le cose insieme. Un ponte tra immaginazione e realtà, un invito a esplorare noi stessi con curiosità e profondità, affrontando la complessità del mondo con uno spirito creativo. Entrare nel loro universo significa accettare di giocare con le possibilità, ma sempre con l’obiettivo di crescere, trasformarsi e comprendere meglio ciò che ci circonda.
Commenti
Posta un commento